É con grande rammarico che mi vedo costretta a iniziare il racconto della mia preannunciata avventura con il contrario di ciò che questa parola rappresenta. Ovvero con una disavventura avvenuta qualche giorno fa, quando mi sono recata felice e contenta all’aeroporto di Parigi. Il piano prevedeva di atterrare in Oregon, restarci circa un mese per poi dirigermi in America Latina.
Premetto che non credo nella sfortuna, nonostante ciò, devo ammettere che tra me e gli aeroporti c’è un qualcosa che non quadra perfettamente perché non era la prima volta che mi trovavo spiacevolmente protagonista di un’amara esperienza. (Vedi:https://roselillywanderlust.wordpress.com/2017/11/12/singapore-accusata-di-narcotraffico-di-droga/).
Infatti, nel momento in cui ho presentato i miei documenti per imbarcarmi sono stata istantaneamente bloccata perché sprovvista di un biglietto di ritorno. Questa notizia mi ha colto impreparata, sono già stata negli Stati Uniti e anche in tutti gli altri continenti del mondo, senza mai aver comprato un biglietto di ritorno prima della mia partenza. Anche se ho provato a spiegare le mie ragioni, ho compreso ben presto che in questo caso, il detto: “c’è sempre una prima volta” sfortunatamente è decisamente azzeccato.
Ho cercato in tutti i modi una soluzione, optando per l’acquisto di un biglietto dall’Oregon alla Colombia che era comunque uno dei luoghi nel quale avrei voluto dirigermi dopo gli States. Il destino avverso però ha fatto sì che la mail di conferma, che teoricamente si dovrebbe ricevere dopo aver effettuato il pagamento online di un ticket, non sia stato così veloce da precedere la chiusura del gate che inesorabilmente ha chiuso le sue porte lasciandomi sola con la mia valigia e almeno 100kg di sconforto sul cuore, facendomi constatare che questa partenza si è rivelata un clamoroso insuccesso.
I due giorni successivi sono stati veramente difficili, malgrado ciò ho avuto il tempo per riflettere sulla scelta migliore da prendere, e dopo l’iniziale sconforto ho deciso di riprovarci senza perdermi d’animo. A dispetto del danno economico notevolmente oneroso, mi sono detta che se un evento debutta male, non può che finire nel migliore dei modi.
Non credete anche voi che più qualcosa è difficile da raggiungere e più sarà soddisfacente una volta ottenuto?
Ecco perché ho deciso di aggirare la “malasorte” e prenotare il mio biglietto di ritorno per l’Ecuador e non più per la Colombia. La scelta, confesso è stata anche economica, ma questo non modifica la mia voglia di esplorare il mondo e di condividerla con voi.
In effetti, trovandomi nuovamente all’imbarco ho pensato che concretamente il mio viaggio non stava iniziando in quel momento, bensì i giorni precedenti, e più precisamente nell’attimo della mia impossibilità ad imbarcarmi. Ho imparato durante questi anni di avventure, che durante un viaggio l’improvvisazione e il cambiamento sono all’ordine del giorno e questo ti obbliga ad aprire la mente e velocemente a rivedere piani, date e destinazioni. Pensandoci bene, sono convinta che non possano esistere viaggi, preparati a tavolino, che si concretizzino esattamente come li avevi previsti. Per questo ritengo che questa mia nuova avventura verso l’America Latina sia iniziata proprio quando non sono partita per la meta voluta e sono altrettanto convinta che andando verso questa mia nuova destinazione troverò un pezzettino del puzzle interiore che sto cercando proprio grazie al superamento delle difficoltà incontrate e tutto questo non farà altro che farmi vivere ancora più intensamente questo mio nuovo itinerario.